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Data Pubblicazione: lunedì 14 marzo 2016
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Storace: chiudo i ristoranti indiani se non ci ridanno i marò

Francesco Storace, politico de La Destra fa la sua dichiarazione al popolo, sentendosi escluso dal Centrodestra che ha tardato ad avviare le primarie e ha preferito degli “scarti della Sinistra” – come da lui definiti –, piuttosto che fare il suo nome. Tra le tante promesse fatte dal politico italiano, c’è quella sulla chiusura dei ristoranti indiani in caso i marò non tornassero a breve in patria.

“L’emarginato” Storace, come un po’ si è descritto lui stesso, cerca di far rivalere le sue idee attraverso il popolo, puntando a conquistare i cittadini e avviando una vera e propria campagna elettorale popolare autonoma.

Questo perché, come aveva già affermato, se il Centrodestra non avesse promosso le primarie entro il 5 marzo, allora Storace le avrebbe, più o meno, indette da sé, correndo come unico candidato alla proclamazione di sindaco di Roma.

Detto, fatto. Il leader de La Destra ha avviato un dialogo con il popolo romano, facendo una serie di promesse. Tra quelle che hanno attirato maggiormente l’attenzione degli italiani c’è quella riguardante i marò, argomento di cui si dibatte tanto da mesi.

Il politico Storace garantisce che, nel caso in cui venisse eletto come sindaco, convocherà l’ambasciatore indiano in Campidoglio, dichiarando che se, entro dieci giorni, Massimiliano e Salvatore (i due marò) non torneranno nel loro Paese farà chiudere tutti i ristoranti indiani nella capitale.

Un’affermazione insolita e che, nel caso in cui venisse veramente eletto, sarà tutta da confermare. È, in ogni caso, in linea con la sua idea di far tornare l’Italia un Paese di soli italiani, ripulendolo dagli “intrusi”.

Storace ha concluso dicendo che noi siamo la terra che ha visto al sacrificio di Quattrocchi, Roma ha alzato la bandiera italiana per loro, noi soffriamo e coviamo la rabbia. Massimiliano e Salvatore sono stati ricattati dall’India e l’Italia vuole rispondere con fierezza.

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